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01.02.2024
Intelligenza artificiale nei lavori creativi
Intelligenza artificiale - un termine che oggi è onnipresente: che si tratti di analizzare dati o scrivere testi informativi - la maggior parte di noi ha già provato uno o l'altro strumento nella vita quotidiana e professionale. Ma in che misura l'IA può essere applicata anche nelle professioni creative e rendere la nostra vita più facile? Abbiamo chiesto ai nostri Art Directors, Manuel Unterkofler e Carmelo Ferreri, delle loro esperienze al riguardo.
Daniela

Raccontateci un po’ del vostro primo approccio all’intelligenza artificiale sul lavoro.

Manuel: È stata un’esperienza emozionante! L’integrazione della IA per me è iniziata alla fine del 2022, con i primi esperimenti di grafica per il nostro nuovo sito, lanciato poi quest’estate. Da allora, la IA è diventata una parte essenziale del mio lavoro quotidiano.

Carmelo: Anche per me è stato lo stesso: ho scoperto per la prima volta la IA già un paio di anni fa per semplificare alcuni passaggi creativi, molto prima che ChatGPT fosse sulla bocca di tutti. Comunque, in quel periodo era ancora tutto molto rudimentale e senza metterci le mani più e più volte non facevi nulla. 

 

Come avete trovato i primi risultati?

Manuel: Inizialmente ero scettico, poi però le immagini generate dalla IA mi hanno sorpreso in positivo. Con una nuova dimensione visiva, davano un tocco di freschezza al nostro progetto.  Ovviamente c’era bisogno di apportare qualche piccolo aggiustamento, ma nel complesso eravamo entusiasti. 

 

Quali sono stati gli scogli più duri da superare?

Carmelo: Ce ne sono stati un po’! Dal punto di vista tecnico, la risoluzione è stata uno dei problemi principali. Prima, le immagini basate sulla IA erano spesso sgranate, quindi lavorarci era molto snervante: dovevamo fare in modo che le immagini risultassero perfettamente nitide e professionali.

Comunque ci sono state delle difficoltà anche dal punto di vista creativo. A volte la IA forniva cose strane come alberi blu, facce non realistiche oppure cani con cinque zampe! Occorreva una certa sensibilità per far sì che la IA capisse i nostri intenti creativi.

 

Usate l’intelligenza artificiale anche per le campagne di pubblicità esterna e stampata?

Manuel: Assolutamente sì! Negli ultimi sei mesi, la tecnologia ha fatto passi da gigante e ormai è possibile stampare certe risoluzioni anche in grandi formati.

Lo si può vedere nell’ultima campagna di Poster Citylight per “Mein Handwerker” (settore artigianato). In questo caso, per la creazione di alcuni elementi, è entrata in gioco la IA. Questo ci ha permesso di esplorare e realizzare una vasta gamma di idee. Le immagini generate dalla IA hanno dato alla campagna un’impronta particolare, capace di destare attenzione e curiosità. Era davvero difficile riconoscere quali poster contenevano elementi basati sulla IA e quali no.

In quali aspetti dei programmi e degli strumenti della IA attuale pensate ci sia ancora spazio per migliorare?

Carmelo: La sfida è far generare immagini in modo completamente autonomo rispondendo perfettamente alla visione creativa. Ma anche la comprensione di concetti complessi e la rappresentazione di emozioni o di concetti astratti rimangono degli ostacoli per la IA. Però, sono convinto che riusciremo a superare anche questi.

 

Altri esempi dei vostri ultimi lavori?

Carmelo: Posso fare l’esempio di un espositore pubblicitario per il cinema. Doveva essere appariscente, con riferimenti ai blockbuster, ma allo stesso tempo in grado di trasmettere il legame locale. La Torre delle Dodici è del tutto artefatta e anche La Croda del Becco come sfondo al Lago di Braies lo è. Si vede subito che si tratta di un fake e forse è proprio per questo che la gente lo trova originale. Ti metti a guardarlo da vicino, ti soffermi sui dettagli e ti chiedi com’è stato fatto. L’obiettivo che avevamo di attirare l’attenzione è stato chiaramente raggiunto.

Come vedete il ruolo della IA a fianco delle piccole imprese della creatività? Quali vantaggi pensate possano trarre da questa tecnologia?

Carmelo: Il design è un processo complesso e articolato. La ricerca, l’analisi, lo sviluppo di una strategia e l’individuazione di soluzioni creative sono i compiti impegnativi che, da designer, ti ritrovi ad affrontare. Tuttavia, puoi sfruttare questo aiuto automatico per i lavori più noiosi, ripetitivi e meno creativi, come la ricerca di immagini, il ritaglio di oggetti o l’adattamento delle dimensioni dei documenti. 

Manuel: Questi tool possono essere estremamente utili soprattutto per le piccole imprese o per quelle imprese con risorse grafiche limitate. Permettono di progettare delle campagne risparmiando tempo e ottimizzando i costi; in caso di manifesti come in caso di banner pubblicitari.

 

In conclusione: credete che un giorno la IA potrà sostituire totalmente la creatività umana?

Carmelo: Nel corso della storia sono cambiati gli strumenti, ma il lavoro creativo è sempre stato opera dell’uomo che con l’aiuto di questi tool poteva dare prova delle sue capacità e competenze.  L’intelligenza artificiale è già qui e ce ne serviamo ormai da anni in diversi modi. Dovremmo imparare ad essere ricettivi e a sfruttare questa tecnologia per migliorare il nostro lavoro e la nostra creatività, lasciando alle macchine tutti i compiti più noiosi. Ne sarebbero tutti più felici.

Manuel: La maggior parte dei sistemi di IA attualmente in uso sono stati arricchiti e addestrati secondo la creatività umana. Ma da qui a dire che in futuro nei musei o nelle biblioteche ci nutriremo di arte basata solo sulla IA ce ne passa. La creatività umana attinge dalle emozioni, dalle esperienze e dal contesto umano. La IA può indubbiamente essere d’aiuto e ispirare, ma la capacità unica con cui l’uomo riesce a tradurre emozioni e sensazioni in opere d’arte difficilmente si può sostituire. È questo che ci rende indispensabili e credo che sarà così per sempre.

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Sei pronto a riconoscere la differenza tra le foto vere e le immagini generate dalla IA?